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Patto Europeo sui migrati, solo parole vuote

24.09.2020

Viene annunciato come il superamento degli accordi di Dublino, che hanno visto i paesi di frontiera, come l’Italia, sovraesposti a problemi di cui hanno dovuto farsi carico da soli.

La Presidente Von Der Leyen ha presentato al Parlamento Europeo un piano per la ridistribuzione dei migranti tra i Paesi dell’Unione. Viene annunciato come il superamento degli accordi di Dublino, che hanno visto i paesi di frontiera, come l’Italia, sovraesposti a problemi di cui hanno dovuto farsi carico da soli. La Presidente pare dimenticarsi del fatto che la competenza in materia di sicurezza nazionale - e quindi di immigrazione- è in capo agli Stati Membri e non alla Commissione Europea. Gli Stati, come hanno sempre fatto, rifiuteranno di accogliere chi sceglie la strada dell’immigrazione illegale e la Commissione non ha il potere coercitivo di imporre alcunché a nessuno.

L’opzione, presente nella proposta della Commissione, di far pagare i rimpatri ai Paesi che non accettano di accogliere i migranti irregolari è semplicemente ridicola. Il problema nel rimpatriare gli irregolari non sono le spese di viaggio, ma la mancanza di accordi bilaterali con i paesi che li dovrebbe riprendere. I loro Paesi d’origine non li vogliono. Per questo il rimpatrio dei migranti entrati in modo illegale è così complicato, non perché sia troppo oneroso.
Il fatto è che la Commissione Europea in materia di immigrazione e rimpatri non ha competenze.

Vendere come effettivo il superamento dei trattati di Dublino è semplicemente ridicolo. La Commissione ha potere di fare delle proposte, che poi devono essere accettate dal Consiglio, cioè dagli Stati Membri. Che non hanno intenzione di farsi carico di problemi che non sono loro, e che resteranno in capo all’Italia e ai paesi di prima accoglienza. È più facile, come succede da sempre, che ci rimproverino di non proteggere le frontiere esterne dell’Unione, piuttosto che correre in nostro aiuto e farsi carico del fatto che non siamo in gradi di proteggere le nostre frontiere.

È importante sottolineare che parliamo di persone che scelgono la strada dell’illegalità, e fuggono quindi a tutte le normative a cui deve sottostare un cittadino extraeuropeo che voglia trasferirsi nei nostri paesi. Per chi rispetta la legge e presenta domande e documentazione (come avviene in tutti i paesi del mondo) non ci sono difficoltà.


on. Sergio Berlato
Deputato italiano al Parlamento europeo
Parlamentare europeo del Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei



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